Io sono la Via, la Verità e la Vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me
Libro di Cielo Vol. 24 - Luisa Piccarreta
7 Luglio 1928
Fiat!!!
Beni che produce la Divina Volontà, mali che produce l'umana. Tutti i mali cesseranno come d'incanto se regnerà la Divina Volontà. Come nella casa di Nazareth regnava la Divina Volontà
Stavo seguendo il mio dolce Gesù nella sua vita pubblica e pensando alle tante malattie umane che Gesù risanò, pensavo tra me: perché la natura umana si trasformò tanto fino a far diventare alcuni muti, altri sordi, o ciechi o coperti di piaghe e di tanti altri mali?
Se il male lo fece la volontà umana, perché subì tanto anche il corpo?
Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto:
Figlia mia, tu devi sapere che il fisico non fece nulla di male, la volontà umana fece tutto il male; ma siccome Adamo prima di peccare possedeva nell'anima sua la vita totale della mia Volontà Divina, si può dire che era piena fino all'orlo fino a traboccarne, quindi l'umana volontà, in virtù della mia, traspariva fuori luce, esalava tutti i profumi del suo Creatore, profumi di bellezza, di santità e di piena salute, profumi di candidezza, di fortezza, in modo che uscivano da dentro la sua volontà come tante nubi luminose ed il corpo restava talmente abbellito in virtù di queste esalazioni, che era un amore il vederlo bello, vegeto, luminoso, sanissimo, con una grazia che rapiva.
Ora come Adamo peccò, la volontà umana restò sola e non aveva più chi spandeva nella sua, la luce, la varietà di tanti profumi, che trasparendo fuori avrebbero conservato l'anima ed il corpo com'era stato creato da Dio; invece incominciò ad esalare da dentro la volontà umana dense nubi, aria putrida, profumi di debolezza, di miserie, in modo che anche il corpo perdette la sua freschezza, la sua bellezza, si debilitò e restò soggetto a tutti i mali, partecipando così come partecipò al bene, ai mali della volontà umana.
Sicché se si guarisce essa, col darle di nuovo la vita del mio Volere Divino, come d'incanto tutti i mali della natura umana non avranno più vita.
Non succede forse lo stesso quando un'aria putrida, cattiva, puzzolente, circonda le creature? Quanti altri mali non accresce? La puzza non giunge forse a togliere il respiro e a penetrare fin nelle viscere, fino a produrre mali contagiosi che portano alla tomba?
E se tanto male può fare un'aria di fuori, molto più male può fare l'aria nebbiosa e putrida della volontà umana che viene dall’interno della creatura, dal fondo di tutto il suo essere.
E poi c'è l'esempio palpabile delle piante, quante volte per un giardino, per un campo fiorente, per cui l'agricoltore era tutto in festa per la speranza dell'abbondante raccolto e per tanti bei frutti che doveva raccogliere, è bastata una nebbia per spogliare gli alberi e far cadere a terra tutti i frutti, un'aria troppo gelata per gettare il lutto sul campo fiorente, annerirlo e farlo morire e mettere in lutto il povero agricoltore?
L'aria, se è buona comunica la vita del bene, se è cattiva comunica la vita del male e la stessa morte, l'esalazione dell'aria se è buona si può chiamar vita, se è cattiva si può chiamar morte per le povere creature.
Se tu sapessi quanto io soffrivo nella mia vita pubblica quando si presentavano innanzi a me ciechi, muti, lebbrosi, eccetera, perché riconoscevo in essi tutte le esalazioni dell'umano volere e come l'uomo senza del mio si deforma nell'anima e nel corpo, perché solo il mio Fiat ha virtù di conservare le opere nostre integre, fresche e belle come uscirono delle nostre mani creatrice.
Onde pensavo tra me mentre stavo accompagnando il mio dolce Gesù nella stanzetta di Nazareth, per seguirne i suoi atti: il mio amato Gesù con certezza ebbe il regno della sua Volontà nella sua vita nascosta, perché la Sovrana Signora possedeva il suo Fiat, Lui era la stessa Volontà Divina, San Giuseppe in mezzo a questi mari di luce interminabile, come avrebbe potuto non farsi dominare da questa Santissima Volontà?
Ma mentre pensavo ciò, il mio Sommo Bene Gesù, sospirando di dolore nel mio interno, mi ha detto:
Figlia mia, certo che in questa casa di Nazareth regnava la mia Volontà Divina come in Cielo così in terra.
Io e la mia Mamma Celeste non conoscevamo altra volontà, San Giuseppe viveva ai riflessi della nostra, ma io ero come un Re senza popolo, isolato, senza corteggio, senza esercito e la mia Mamma come Regina senza prole, perché non era circondata da altri figli degni di Lei a cui poter affidare la sua corona di Regina, per avere la stirpe dei suoi nobili figli tutti re e regine.
Ed io avevo il dolore d'essere Re senza popolo e se popolo si può chiamare quello che mi circondava, era un popolo malato, chi era cieco, chi muto, chi sordo, chi zoppo, chi coperto di piaghe, era un popolo che mi faceva disonore non onore, anzi neppure mi conosceva, né voleva conoscermi.
Sicché ero Re per me solo e la mia Mamma era Regina senza la lunga generazione della stirpe dei figli suoi regali.
Invece per poter dire che avevo il mio regno e governavo, avrei dovuto avere i ministri e sebbene abbia avuto San Giuseppe come primo ministro, però un solo ministro non costituisce ministero; avrei dovuto avere un grande esercito, tutto intento a combattere per difendere i diritti del regno della mia Volontà Divina ed un popolo fedele che avesse solo per legge: la legge della mia Volontà.
Ciò non era, figlia mia, perciò non posso dire che col venire sulla terra per allora ebbi il regno del mio Fiat.
Perciò il nostro regno fu per noi solo, perché non fu ripristinato l'ordine della Creazione, la regalità dell'uomo, ma col vivere Io e la Madre Celeste di Volontà Divina, fu gettato il germe, fu formato il lievito per far spuntar e crescere il nostro regno sulla terra.
Quindi furono fatti tutti i preparativi, impetrate tutte le grazie, sofferte tutte le pene, perché il regno del mio Volere venisse a regnare sulla terra.
Onde Nazareth si può chiamare il punto di richiamo del regno della nostra Volontà.